02 maggio 2016

Olmo


Olmo
Olmo di questi tempi è un'uccelliera naturale. Una coppia di gazze ha costruito il nido tra i rami più alti e, a metà aprile, sta già proteggendo le uova. Ogni tanto la femmina smette di covare, si sgranchisce un po' le ali, svolazza chissà dove ma ritorna dopo pochi minuti con il suo compagno.
Dopo la fioritura i rami  sono straboccanti di samare ricche dei semi amatissimi dagli uccelli visto che ci si fiondano a frotte liberandoli dalle "ali" come fossero noccioline: in pochi minuti ho visto cardellini, passeri comuni e mattugie, cince e verdoni, tutti a strafarsi di semi di Olmo. Una meraviglia.
Affacciato alla finestra del quarto piano della casa di riposo, ti stringe lo stomaco il contrasto tra l'esplosione della primavera dentro e attorno a Olmo e la caparbietà dei tanti ospiti nel restare aggrappati alla vita come meglio possono e con tutti gli ausili moderni possibili.

 Gazza, una scrollata alle ali appena uscita dal nido

Passera Mattugia con una samara ancora nel becco

Cincia (al centro: sfocata e in ombra ma c'è di sicuro) e Passero Comune


Cardellino



4 commenti:

  1. Sì, una riflessione un po' triste, ma Olmo mi rallegra. Credevo si fossero estinti, gli olmi.

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    1. Un fungo in effetti sta mettendo a dura prova l'esistenza degli olmi, ma qui nelle Marche è ancora un albero moto diffuso. Ciao Silvia.

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  2. Meditare su questo "tutto scorre"... a me capita un po' troppo spesso e tutte le volte, dopo un po' di inutili elucubrazioni, mi ripeto che è meglio lasciar perdere e allora tento di lasciarmi inebriare dalla vita fluente attorno a noi in tutte le sue manifestazioni, anche solo per un un brevissimo battito d'ali.

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