29 maggio 2014

La Via Verde della Costa dei Trabocchi

Finalmente una bellissima notizia! La linea ferroviaria dismessa tra Ortona e Vasto, in Abruzzo, diventerà a breve la "Via Verde della Costa dei Trabocchi", una pista ciclabile lunga grosso modo 40 chilometri. Diventerà uno dei percorsi, vista mare, più lunghi, più belli e più...verdi e azzurri d'Italia.

Un tratto della Costa dei Trabocchi tra Fossacesia  e San Vito Chietino 
Il tracciato della ex ferrovia, infatti, si snoda parallelamente alla Costa dei Trabocchi in uno degli ambienti più suggestivi dell'Adriatico: il mare che tocca terra con baie e calette,  e l'uomo che, per pescare, si spinge a mare con i trabocchi: strutture in legno, sostenute da pali così apparentemente traballanti da assomigliare alle zampe di un ragno, alcune delle quali resistono alle mareggiate da più di un secolo. E questo è il lato mare. Verso l'interno, invece, è un continuo susseguirsi di macchia mediterranea, ulivi, vigneti, orti, paesi così gonfi di storia e di bellezza che li puoi vedere anche dalla spiaggia durante una nuotata.

 Costa dei Trabocchi:      spiaggia di Favaro         16.08.2010
Il tracciato oramai spoglio da tutta...l'attrezzatura da strada ferrata (è rimasto soltanto il pietrisco spigoloso della massicciata) si mostra in tutta la sua fisicità. Sembra impossibile che i quattro metri circa di larghezza dei binari abbiano fatto viaggiare e intrecciare chissà quante storie di emigrazione, d'amore e di vita provenienti dall'Italia e dai continenti più lontani. Continenti? Sì, perché qui sbuffava anche il "treno per l'India" come scriveva nel 1887 Margaret Collier *:

"La costa da Ancona a Brindisi lungo la quale corre il treno espresso per l'India è veramente squallida; ed è tutto ciò che si conosce di quelle regioni inospitali che vanno sotto il nome di Marche, Abruzzi e Puglie, contrade sconosciute agli stessi italiani che vivono in parti più civilizzate del loro paese..."

Il Canale di Suez, infatti, era stato inaugurato da pochi anni, nel 1869, e il corridoio adriatico con imbarco a Brindisi rappresentava, per chi doveva in quegli anni raggiungere l'India dall'Europa, un percorso alternativo a quello totalmente su nave. La linea ferroviaria adriatica, perciò, metteva in comunicazione non solo in nord con il sud d'Italia ma anche parte del continente europeo con l'Africa e il Sud Est Asiatico.

 Costa dei Trabocchi  - la vecchia ferrovia  direzione sud          16.08.2010

 Costa dei Trabocchi  - la vecchia ferrovia direzione nord   16.08.2010
Se Margaret fosse ancora in vita, le avremmo certamente chiesto di rivedere il suo concetto di bellezza perché la costa adriatica non è "squallida" oggi, figurarsi a fine ottocento. O forse intendeva dire "non civilizzata"? Beh! in questo caso le possiamo garantire che in un secolo e mezzo ci siamo dati da fare per accontentarla. Se, però, gli amministratori non rispetteranno gli impegni presi e autorizzeranno la cementificazione di queste bellissime coste allora sì che lo squallore diventerebbe realtà. Perciò vigilate amici dell'Abruzzo, vigilate!

Lo sguardo da un ipotetico finestrino "dell'espresso per l'India"
La Via Verde della Costa dei Trabocchi è anche una...squisita occasione per scoprire la cucina abruzzese dove l'olio d'oliva, il pomodoro, lo zafferano, il peperoncino fresco verde e rosso tagliato a rondelline, esaltano e amalgamano i sapori del mare con quelli dell'entroterra.  Basta deviare solo di qualche passo dal tracciato e poi entrare in qualche ristorantino o trattoria che si affaccia lungo il percorso, come a Vallevò di San Vito Chietino: se ne uscirà rinnovati nel corpo e nello spirito. 

Dal ristorante Ittiturismo il Porticciolo di Vallevò.         16.08.2010


Frutta e verdura a Km. 0                 18.08.2010

* "Babele" di Margaret Collier prima ediz.1887 e, poiché giustamente Silvia Pareschi (traduttrice) chiede dal suo blog di indicare anche chi  traduce i testi, aggiungo: traduzione di Gladys Salvadori Muzzarelli ediz.1998.





19 maggio 2014

Santa Maria in Valdiola e i culti pagani


esterno della chiesa
Chiesa di Santa Maria in Valdiola
Quando una sorgente sgorga vicino a una chiesa dedicata alla Madonna è molto probabile che l’edificio sia stato edificato, nell'antichità, là dove precedentemente si celebravano riti pagani legati al culto dell’acqua. Conoscevo da tempo questa ipotesi, ma dopo aver scoperto che Santa Maria in Valdiola, una piccola chiesa solitaria nascosta nei boschi di Valdiola Alta, quei requisiti li aveva tutti, l’emozione è stata comunque forte.

Un  foglio di carta appoggiato sopra l’altare spiegava, infatti, che la chiesa era antichissima (1° indizio) già nel XII secolo dipendeva dal monastero di Valfucina di Elcito, in una bolla papale veniva indicata come “Heremitam de Acqua Alta”; era dedicata alla Madonna della Misericordia (2° indizio); la costruirono addirittura sopra una piccola sorgente (3° indizio) la cui acqua, convogliata in una tubatura, fu fatta defluire all'esterno, pochi metri dopo la chiesa. E che, ma questo ce lo ha raccontato Cesare, il custode, l'acqua era ritenuta miracolosa (4° indizio) anche nel passato recente, per proteggersi e guarire dalle malattie degli occhi. 

La  fontana è una costruzione recente, prima, l'acqua miracolosa sgorgava dalla roccia
All'interno dell’edificio la presenza di tanti ex voto affissi su una parete e i tanti graffiti, incisi sugli affreschi dai tanti pellegrini e fedeli, rendevano le scarne volumetrie della chiesa colme di una umanità indistinta e invisibile ma comunque presente lì, in mezzo a noi.
Ci stavamo aggirando in un luogo sacro che per millenni fungeva da tramite tra l’uomo e la divinità.
La natura stessa sembrava intenta a proteggere quello spazio con il bosco: due grandi querce secolari dai rami allungati fin sopra il tetto e con il silenzio circostante che ci urlava di continuo la nostra condizione di ospiti momentanei.

Vista dall'alto
Santa Maria in Valdiola  dall'alto
Sulle pareti di S. Maria in Valdiola, Bernardino di Mariotto, un pittore considerato minore rispetto ai colleghi del suo tempo, dipinse tra la fine del ‘400 e il 1511 degli affreschi per niente “minori”: sono bellissimi e anche commoventi. Raccontano storie di fede ma testimoniano anche le speranze che, nei secoli, i pellegrini hanno voluto incidere su di essi. 

Interno della chiesa
S.Maria in Valdiola  -  gli affreschi di Bernardino di Mariotto

Madonna della Misericordia
Bernardino di Mariotto  -  Madonna della Misericordia

Fedeli in preghiera sotto il manto della Madonna
 Fedeli in preghiera sotto il manto della Madonna

Bernardino di Mariotto  -  Crocifisso
Gli storici dell'arte ancora ringraziano quei pellegrini...graffittari per aver collaborato alla datazione degli affreschi. In uno di questi, infatti, è inciso l'anno "1511", è ovvio, quindi,  che Bernardino di Mariotto dipinse le sue opere prima di quella data.

Il graffito più antico che ho letto:  " addì 6 at febraro 1528 "

graffiti sugli affreschi di Bernardino di Mariotto
Altri graffiti  -  in senso orario:  anno "1634", scritte incolonnate dentro la cornice verde, anno "1575", croce

L'unico affresco che denota una mano poco esperta è un Sant'Antonio dipinto sopra l'unica finestra. 
Potrebbe essere l'ultimo ex voto dei tanti che rivestivano le altre pareti della chiesa, ora scomparsi forse a causa della forte umidità che ha sempre creato problemi all'edificio, come scrisse nel 1668 il vicario del vescovo: "pavimentum ecclesiae totum ab humiditate et aqua insurgente devastatum". (*) 

Nel passato l'altare era addossato alla parete, sotto la Madonna della Misericordia

ex voto appesi all'interno della chiesa
Ex voto, foto, corone, scapolari e piccoli oggetti vari 
Nella chiesa non c'è un impianto elettrico, la luce proviene dall'ingresso e da una piccola finestra a destra dell'altare. Il contrasto tra il dentro e il fuori, nelle giornate di sole, è accecante.

Chiaro Scuro

Vicino alla chiesa, un ciclamino nato sopra un tronco secolare di quercia.

Note:

(*) Raoul Paciaroni, storico di San Severino Marche, in una sua ricerca interessantissima "La secolare ricerca dell'acqua a Settempeda" (clicca qui) parla di Santa Maria in Valdiola da pagina 99 a 101. 


Come raggiungere S. Maria in Valdiola
per chi non riuscirà a scaricare la  mappa n.3020100 del M.S.Vicino (clicca qui):

Valdiola Alta


- Lasciate la strada provinciale (siete in provincia di Macerata) tra San Severino Marche e Frontale all'altezza del bivio per Chigiano. 
- Raggiunto il paese, seguite la strada (poco dopo sterrata) per 4 km. fino al gruppo di case di Valdiola Alta. Ci si può arrivare anche a piedi, la vallata è tutta prati e boschi.
- Siete arrivati! Parcheggiate l'auto in prossimità della fonte di Valdiola Alta.
- Ricordatevi di chiedere a Cesare, l'unico residente nell'abitato, le chiavi della chiesa che, altrimenti, troverete chiusa.
- Scendete per qualche metro sulla strada già percorsa all'andata, prendete il primo sentiero evidente (occhio! non ci sono indicazioni) che si stacca sulla sinistra. 
- Dopo 5 minuti circa di salita, alla prima biforcazione, proseguite sul sentiero che scende sulla destra. La chiesa vi aspetta poco dopo, seminascosta dagli alberi.


Valdiola Alta  -  il sentiero per  S.Maria termina sulla sterrata



09 maggio 2014

Le fotografie di Franco Cecchini: Riflessi Condizionati



Franco Cecchini  (a sx)  mi racconta "le storie riflesse" dalle sue foto

È stato un amico a consigliarmi la mostra fotografica di Cecchini... Franco Cecchini? All'inizio quasi non ci credevo. Conoscevo Franco da una vita ma non lo avevo mai visto con la macchina fotografica in mano e non sapevo di questa suo passione. Che sorpresa scendere nei locali dell'esposizione e trovarlo lì, circondato dai suoi lavori, felice di raccontarti le storie "Riflesse" dalle sue foto.

Quando vedi per la prima volta le immagini scattate da un amico provi una sensazione intima, come se sfogliassi le pagine del suo diario. I ricordi rielaborano il  vissuto trascorso insieme, mentre si appropriano, con ingordigia, delle nuove informazioni ricavate non già dalle parole, ma dal riflesso delle sue emozioni fissate sulla carta fotosensibile: entri così in sintonia con la sua sensibilità, i suoi interessi e con ciò che ama di più nella vita.

La mostra è giustamente intitolata "Riflessi Condizionati" perché la maggior parte delle foto esposte fissano la realtà, o ciò che ne scaturisce, attraverso trasparenze, velature, riflessi, ombre. Spesso, non sai cosa sia vero o cosa non lo sia: i riflessi moltiplicano gli oggetti a dismisura o producono dettagli che anche Franco si chiede, con estrema sincerità, da dove diavolo siano sbucati fuori. Altre volte le linee s'intersecano in uno spazio tanto profondo che puoi sezionarlo come in una tac. E poi i colori: così densi che sembrano voler colare giù nella parete (foto 7) o così rarefatti che potrebbero piangere la tristezza di un tramonto (foto 18).
Senza trucco e senza inganno, sono assenti, infatti, rielaborazioni o fotomontaggi post-scatto.

Insomma, proprio una bella mostra Franco! Arrivederci alla prossima. Anzi, alle prossime.

"Franco Cecchini:  RIFLESSI CONDIZIONATI"
presso Galleria Contemporaneo - Jesi
nell'ambito di  J:F.F. Jesi Foto Festival 2014

Ho scelto 12 fotografie tra le 46 presenti nella mostra, ma è solo questione di affinità e sintonia, non un giudizio negativo sulle immagini escluse. La controprova è che Stefano, l'amico informatore di cui sopra, preferisce tutt'altre foto. 

PALCHISCENICI 1  - Interni  (Copenaghen 2014)


PALCHISCENICI 2  -  Scomposizioni  (COPENAGHEN 2014)


PALCHISCENICI 4  -  La comparsa della Pigna  (Musei Vaticani, Roma 2013)



 PALCHISCENICI  5  -  Scuro  Chiaro       (Firenze 2013)




PALCHI SCENICI 6  -  Affresco effimero (Palazzo della Signoria, Jesi 2013)


INROSSO 7  -  Punto di convergenza    ( Muse, Trento 2014)

INROSSO 11  - DI PASSAGGIO     (Macro, Roma 2013)

   DENATURA 18  -     L'aria della sera                  (2014)


SVISTE  25  -  Fughe d'archi  (Loggetta Lombardesca, Mar, Ravenna 2012)

 LINEELUCE 31  -  Trasparenze prospettiche        (Copenaghen 2014)

Da subito sono entrato in simbiosi con "FIGURAZIONI 45  -   Sul marciapiede": mi ricorda le atmosfere, i colori e la suggestione di una delle tante "solitudini" dipinte da Edward Hopper 


 FIGURAZIONI  45  -  Sul marciapiede          (Roma Stazione Termini  2014)

FIGURAZIONI  46  - Ombra che danza  (Museo Emilio Greco, Orvieto 2014)


E  voi? Quale foto preferite?


04 maggio 2014

Il 1° Maggio tra le colline di Frontale e Isola

Verso Villanova di Frontale (MC)                                01.05.14
Lo squarcio tra le nuvole si gonfiava sempre più in un lago d'azzurro sopra le nostre teste. Era ovvio, oramai, che le pessime previsioni  meteo subivano l'imprevedibilità della natura e che quel 1° Maggio ci avrebbe riservato una inaspettata tregua. Che non ci siamo lasciati sfuggire, tuffandoci nel primo viottolo sbucato ai lati della stata asfaltata. Abbiamo, così, girovagato tra le colline di Frontale e di Isola, nell'alto maceratese, senza meta, gustandoci il verde di una primavera bagnata, che più verde non si può, e i giochi di luce che il sole, tra una nuvola e l'altra, si ostinava a far danzare intorno a noi.

Il verde che "più verde non si può"                            01.05.14


Isola con la sua torre medioevale                                 01.05.14



Il Monte Nero di Cingoli, un po' nero e un po' verde           01.05.14
Villanova di Frontale -  murales... contabile


Villanova di Frontale  -  murales contabile  -  dettaglio

Villanova  di Frontale-  vecchia facciata


Giochi di luce                                                         01.05.14

Incomunicabilità  (tra la quercia e il corvo)                           01.05.14


Tramonto travagliato tra le case di Elcito e i contrafforti del Monte San Vicino    01.05.14