11 gennaio 2013

Notturno di Alcmane



La dorsale del monte San Vicino dalle Piane di Apiro  (6.1.13)
                              
 "Dormono le cime dei monti
e le vallate intorno
dormono le generazioni 
degli uccelli dalle lunghe ali"

Non lo so perché, ma la prima volta che ho visto queste parole scolpite in una lapide nel cimitero di Apiro ho avuto la sensazione che mi chiamassero, dall'alto. E tutte le altre volte che passavo di lì sentivo sempre il bisogno di leggerle per cercare di scoprirne il senso e l'autore.

I primi due versi erano potenti,  mi facevano rivivere le stesse sensazioni provate  in ogni escursione notturna: l'inquietudine per la notte e per i suoi abitanti nascosti, l'esagerata luminosità delle stelle, le incredibili dimensioni del cosmo in continua trasformazione contrapposte alle  minuscole attività degli umani  che intuivo svolgersi nei paesi giù nelle valli.
Il paesaggio intorno ad Apiro poteva ben adattarsi a quel "dormono le cime dei monti", l'autore  perciò poteva essere del luogo? 
Gli ultimi due versi sembravano un rebus, invece. Chi erano quegli uccelli? La morte? Ma l'iconografia classica  disegna una figura umana con la falce, sola ed eterna, perciò quel "generazioni  degli uccelli" indicava qualcos'altro, forse dei rapaci? Nelle nostre zone, però, non sono così numerosi come sembrava indicare la poesia, e allora chi erano e  quale cosa o  luogo simboleggiavano? 

Ho cercato di rispondere a queste domande discutendone con familiari, amici e il poeta ufficiale del gruppo, ma le risposte non erano mai convincenti finché... finché un giorno, grazie a Google, ho scoperto che questo testo è un estratto della traduzione di Salvatore Quasimodo di  "uno dei primi notturni della letteratura occidentale" scritto da Alcmane nel ... VII secolo a.C.
Ecco è il testo integrale:

                               Dormono le cime de’ monti
                               e le vallate intorno,
                               i declivi e i burroni;
                               dormono i rettili, quanti nella specie
                               la nera terra alleva,
                               le fiere di selva, le varie forme di api,
                               i mostri nel fondo cupo del mare;
                                                dormono le generazioni degli uccelli
                                                dalle lunghe ali.

E' stata una sorpresa mozzafiato e il mistero si è dissolto all'istante. Avevo per diverso tempo quasi dialogato con una persona vecchia di 2.700 anni che mi aveva procurato emozioni e destato pensieri simili ai suoi.
Diamine, ma allora, in tutti questi millenni, anche se abbiamo inventato civiltà sempre più avanzate ci ritroviamo a convivere sempre con le stesse passioni e turbamenti?


  
                                                       Grazie, famiglia Leoni.


Appunti:  rovistando nella rete ho pescato una perla che vi consiglio di guardare: è la traduzione del notturno di Alcmane, con relative motivazioni e immagini, di ciascuno dei ventidue studenti della II° B del liceo Classico di Jesi. A loro sarà mancato l'effetto sorpresa ma non la bellezza di interpretare un testo così antico e nello stesso tempo così vicino a noi.
Bravi, ragazzi e docenti !


3 commenti:

  1. Caro Leo
    bella e per me struggente tale descrizione. Ti stupisci? Cosa pensi che sia cambiato nell'animo umano dopo 3000 anni? Forse che la tecnologia in ci noi ci rifugiamo possa fare da scudo alle passioni, alle speranze, alle emozioni? Io credo che la nostra civiltà abbia solo messo degli occhiali scuri dovanti agli occhi del nostro animo. Occhiali scuri che non togliamo e ci fanno comodo perchè abbiamo paura di vedere il sole, oppure perchè le tenebre in cui oggi viviamo ci hanno fatto disabituare alla luce ed i bagliori delle nostre emozioni ci fanno male agli occhi.

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  2. Sei forte Paolo. Sai, è proprio ciò che volevo esprimere, senza retorica e sentimentalismi, raccontandomi "senza occhiali scuri". Sapere di averti fatto navigare nelle mie emozioni è una gran cosa per me. Grazie. A presto.

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  3. La foto è molto bella complimenti
    Maurizio

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